La storia del volo a Pisa ha inizio nel 1909 grazie alle attività intraprese dai fratelli pisani Ugo e Guido Antoni. Protagonisti di studi e di costruzioni aeronautiche pionieristiche di indiscusso valore tecnico, impiantarono nel 1911 quello che è divenuto uno dei più importanti campi di volo italiani: l’aeroporto di Pisa San Giusto.
Dopo i primi esperimenti e le prime manifestazioni aeree svolte nella Tenuta Reale di San Rossore e che portarono nel 1911 al primo sorvolo della Torre di Pisa da parte dell’aviatore Mario Cobianchi, alla vigilia della 1a Guerra Mondiale il campo di San Giusto divenne sede di una scuola militare di pilotaggio e di tiro. Il crescente fabbisogno di piloti da impiegare al fronte, portò all’allestimento poco dopo di una seconda scuola di volo sul vicino campo di Coltano, nei pressi del celebre Centro Radio inaugurato da Guglielmo Marconi. E’ di questo periodo il primo esperimento di posta aerea sulla rotta Torino-Pisa-Roma, portato a termine il 25 maggio 1917.
Nel 1918 entrò in funzione presso la vicina cittadina di Pontedera anche un Aeroscalo militare per dirigibili, destinato ad attività di pattugliamento costiero e di cantiere per il montaggio di nuovi esemplari di produzione. Tale installazione avrebbe funzionato per quasi un decennio, fino all’epoca di dismissione della specialità dirigibili nella seconda metà degli anni ’20.
Terminata la guerra, il 23 giugno 1921 l’aeroporto di San Giusto venne intitolato alla memoria del sergente pilota Arturo Dell’Oro, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare. Nello stesso anno la società tedesca Dornier rilevò insieme ad alcuni imprenditori italiani il Cantiere Gallinari di Marina di Pisa, dove era stata avviata una modesta produzione di idrovolanti su licenza, per costruirvi il proprio modello “Wal”, dando l’avvio ad una produzione, dapprima di soli idro, poi con il successivo ingresso del capitale della FIAT (CMASA) anche di velivoli terrestri.
Nel 1923, con l’istituzione della Regia Aeronautica come arma indipendente, il campo di San Giusto venne utilizzato per i voli di ambientamento degli allievi dell’Accademia Aeronautica, ospite provvisoriamente dell’Accademia Navale di Livorno, finché nel 1924 divenne sede del 62° Gruppo di Osservazione Aerea. Sempre nel 1924 la Piaggio di Genova rilevò l’officina in fallimento della CMN (Costruzioni Meccaniche Nazionali) a Pontedera, avviandovi la produzione dapprima di motori stellari e di eliche a passo variabile in volo, e successivamente dei velivoli a grande raggio P.108 nelle versioni da bombardamento e trasporto.
La crescente presenza industriale richiese nel contempo il potenziamento delle scuole locali di formazione delle maestranze e dei dirigenti tecnici. Nel 1926 venne istituita nella città toscana, prima in Italia, una sezione “costruzioni aeronautiche” presso il Regio Istituto Tecnico Industriale “Leonardo da Vinci”, destinata alla formazione di una lunga schiera di periti capotecnici. Nel 1937 fu la volta della prestigiosa Scuola di Ingegneria pisana, fondata dall’illustre matematico Ulisse Dini, che istituì in seno al corso di laurea in ingegneria industriale una sottosezione di Aeronautica. Diretta dal prof. ing. Enrico Pistolesi, la nuova Scuola di Aeronautica pisana sarebbe divenuta un centro di eccellenza nel campo della ricerca scientifica, con importanti studi sull’aerodinamica e la meccanica del volo.
In un crescendo ormai di record e di imprese si verificarono purtroppo numerosi incidenti di volo, che ebbero per teatro i cieli pisani coinvolgendo in alcuni casi personaggi celebri dell’aviazione italiana. Il 19 marzo 1931 il trasvolatore ten.col. Umberto Maddalena si inabissò con il suo S.64bis dinanzi la spiaggia di Calambrone (Pisa) insieme ai suoi compagni d’equipaggio, il cap. Fausto Cecconi e il ten. Giuseppe Damonte. L’8 novembre 1937 perse la vita un altro grande pilota, Giovanni De Briganti, all’epoca collaudatore della CMASA, mentre provava sul campo di San Giusto il secondo prototipo del caccia FIAT G.50.
Con l’arrivo del 1938 iniziarono i lavori di potenziamento e ampliamento dell’aeroporto pisano. Trasferito il 62° Gruppo e la Scuola di Pilotaggio, il 15 febbraio 1940 vi venne costituito il 46° Stormo Bombardamento Terrestre equipaggiato con i trimotori SM.79. L’anno dopo fu la volta della 274a Squadriglia Bombardamento a Grande Raggio, la prima ed unica montata sui nuovi quadrimotori P.108B, presso la quale prestò servizio il cap. Bruno Mussolini prima della sua tragica morte nell’incidente di volo del 7 agosto 1941 a San Biagio (Pisa).
Dopo il ciclone della 2a Guerra Mondiale, nel corso della quale il 46° Stormo si guadagnò la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla bandiera per la sua brillante attività come reparto bombardiere ed aerosilurante, l’aeroporto di San Giusto divenne così la culla del trasporto aereo militare accogliendo nel periodo 1949-1950 il ricostituito 46° Stormo Trasporti. Da allora la storia aeronautica di Pisa sarà legata nella buona e nell’avversa sorte a questo prestigioso reparto, che evolvendo nel 1954 ad Aerobrigata e successivamente a Brigata Aerea è oggi una delle eccellenze dell’Aeronautica Militare Italiana.
Lo sviluppo militare non ha impedito tuttavia all’aeroporto di San Giusto di ospitare e sostenere fin dal 1948 le attività della risorta aviazione commerciale italiana, mettendo a disposizione di essa uno scalo aereo. Trasferitosi nel 1966 nella nuova Aerostazione costruita a margine dell’area militare, questo primo embrione commerciale ha dato vita all’attuale Aeroporto Toscano “Galileo Galilei”, una delle più importanti infrastrutture del sistema aeroportuale italiano.
A fianco di queste due significative realtà, Pisa è sede ancora oggi di importanti scuole di formazione in campo aeronautico, con la storica Sezione “Costruzioni Aeronautiche” dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “L. da Vinci” e con il prestigioso Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale.